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Eccezionale scoperta archeologica con i ritrovamenti di San Casciano dei Bagni, dove sono state scoperte 24 statue di bronzo di epoca romana.

Parliamo di quello che secondo gli esperti è il più importante ritrovamento dai tempi dei Bronzi di Riace in Calabria, datato ben 50 anni fa.

Le 24 statue di bronzo sono emerse dagli scavi di un deposito votivo a San Casciano dei Bagni in provincia di Siena.

Si tratta di busti o figure intere.

Cinque di queste sono alte quasi un metro e raffigurano divinità, imperatori, donne e bambini.

La gran parte dei ritrovamenti può essere fatta risalire ad un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., ovvero un periodo storico di grandi trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani.

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I Bronzi di Riace della Toscana

Il ritrovamento di San Casciano dei Bagni è avvenuto grazie al progetto guidato dall’archeologo Jacopo Tabolli, un giovane docente dell’Università per Stranieri di Siena.

Un lavoro cui hanno contribuito anche specialisti di varie discipline: architetti, geologi, archeobotanici, esperti di epigrafia e numismatica.

Una scoperta eccezionale secondo tanti addetti ai lavori. Il Ministero della Cultura afferma come questo ritrovamento, su cui sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo, potrebbe riscrivere la storia statuaria etrusca e romana.

L’importanza del ritrovamento è da ascrivere proprio al materiale bronzeo delle statue. Finora, di questa epoca, si conoscevano unicamente statue di terracotta.

San Casciano, statue e non solo

Nel corso degli scavi sono state rinvenute statue raffiguranti divinità collegate alla medicina che erano venerate nelle zone termali, come la dea della salute e della pulizia Igea e il dio delle arti mediche Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

Gli etruschi e i romani, infatti, conoscevano i benefici che queste acque avevano per la salute.

Accanto alle statue ecco ritrovamenti che raffigurano gli organi e le parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso l’acqua termale.

Oltre alle statue sono stati ritrovati anche numerosi oggetti votivi e ben cinquemila monete in oro, argento e bronzo.

I Bronzi di San Casciano, le iscrizioni

Una delle particolarità del ritrovamento dei Bronzi di San Casciano è legata all’eccezionale stato di conservazione degli stessi.

Lo scavo venne iniziato nel 2019 presso la vasca sacra di un santuario etrusco-romano, vicino alla sorgente termale del Bagno grande di San Casciano dei Bagni.

E, molto probabilmente, proprio l’acqua calda della sorgente ha consentito di preservare le iscrizioni in etrusco e latino incise durante la loro realizzazione e visibili ancora oggi.

Iscrizioni che ci consegnano i nomi di ricche famiglie etrusche del territorio umbro e toscano, dei Velimna di Perugia e dei Marcni dell’agro senese.

Vi possiamo leggere onomastica e forme dedicatorie in etrusco, ma anche iscrizioni in latino che fanno riferimento proprio alle acquae calidae, le fonti calde del Bagno grande dove sono stati ritrovati i bronzi.

Le statue arrivano, quindi, dalle grandi famiglie del territorio e non solo, esponenti delle élites del mondo etrusco e romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e perfino imperatori.

Qui, sorprendentemente, la lingua degli etruschi sembra sopravvivere molto più a lungo rispetto alle date canoniche della storia, così come le conoscenze etrusche in fatto di medicina sembrano essere riconosciute e accettate come tali in epoca romana.

Dove sono stati ritrovati i Bronzi di San Casciano

Con tutta probabilità le statue vennero realizzate da artigiani locali in un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C.

Sono state ritrovate in un antico santuario con piscine ribollenti, terrazze digradanti, fontane ed altari.

Una costruzione che esisteva almeno dal III secolo a.C. e che è rimasta attiva fino al V secolo d.C., in epoca cristiana, quando venne chiuso ma non distrutto.

Le vasche vennero sigillate con pesanti colonne di pietra e le divinità affidate all’acqua.

Soprattutto grazie alla loro conservazione nelle acque termali, secondo gli studiosi, il sito di San Casciano è il più grande deposito di statue dell’Italia antica e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto.

Come ci spiega anche l’archeologo Jacopo Tabolli, il luogo del ritrovamento è una sorta di “bolla di pace”, se pensiamo “che anche in epoche storiche in cui fuori infuriano i più tremendi conflitti, all’interno di queste vasche e su questi altari i due mondi, quello etrusco e quello latino, sembrano convivere senza problemi. Forse perché fin dalle origini il nume qui è sempre rimasta l’acqua con la sua divinazione, la sua forza, il suo potere: qui passa il tempo, cambia la lingua, cambiano persino i nomi delle divinità, ma il tipo di culto e l’intervento terapeutico rimangono gli stessi”.

Perché la scoperta dei Bronzi di San Casciano è così importante

Giuseppe M. Dalla Fina, etruscologo e docente all’Università dell’Aquila, ha confermato che la straordinarietà della scoperta è dovuta al fatto di consegnarci bronzi espressione di notevoli capacità artistiche. L’ulteriore segno di unicità sta nel fornirci informazioni particolarmente interessanti legate alla vita quotidiana degli abitanti del territorio nel periodo compreso tra il II e il I secolo a.C. Le statue, le monete e gli ex voto ci dicono che il sito era visitato da tante persone, provenienti anche dai territori vicini, per curarsi con le acque termali, per incontrare medici e per cercare risposte alle preghiere.

Dove verranno esposti i Bronzi di San Casciano

I Bronzi e tutti gli altri ritrovamenti rimarranno nel territorio di San Casciano dei Bagni.

Qui nascerà un nuovo museo all’interno di un palazzo cinquecentesco e un parco archeologico che racchiuderà l’intera area degli scavi e le antiche piscine termali.