Il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico situato a Capalbio (GR), ideato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle e popolato da statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi.
Storia del giardino dei Tarocchi
Seguendo l’ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo, Niki de Saint Phalle iniziò a costruire del Giardino dei Tarocchi nel 1979.
Quel luogo divenne per lei il sogno magico e spirituale della vita, dalla forma di ventidue imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate. Per più di diciassette anni, venne affiancata da un’équipe di nomi famosi dell’arte contemporanea: Rico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie ed Isabelle Le Jeune, Alan Davie, Marino Karella e soprattutto dal marito Jean Tinguely.
L’architetto ticinese Mario Botta, in collaborazione con l’architetto grossetano Roberto Aureli, ha disegnato il padiglione di ingresso: uno spesso muro di recinzione con una sola grande apertura circolare al centro, pensato come una divisione dalla realtà quotidiana, una “soglia” da varcare per entrare in una “pausa magica” dalla realtà di tutti i giorni.
Il giardino dei Tarocchi: struttura
Le sculture sono ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi, dense quindi di significati simbolici ed esoterici. Nei colori intensi e vivacissimi, nella “spasmodica dilatazione delle forme e nella solarità ispirata ai maestri del cromatismo, da Matisse a Picasso, da Kandinskij a Klee”, le corpose, esplosive sculture del Giardino dei Tarocchi, rivestite di un “abito di luce che trasforma le varie figure personalizzate in una favolosa successione di parure neobarocche”, rapiscono “l’attenzione e i sensi dello spettatore”, che compie una sorta di percorso iniziatico nel mondo della simbologia e di se stesso.
Il Giardino dei Tarocchi in Toscana
Celebrata come opera unica nel suo genere, è un angolo magico della Toscana, fatto di magia, luce e colori.
Vi si accede varcando la soglia e raggiungendo la grande piazza centrale occupata, da una vasca e sovrastata dalle figure unite della Papessa e del Mago, i primi arcani maggiori dei Tarocchi che segnano l’inizio del percorso.
Circondata dal verde e dalle sinuose panchine di Pierre Marie Le Jeune, la piazza, sorta di grande anfiteatro sovrastato dalle altre, coloratissime sculture, comunica immediatamente quell’impressione di inquietudine ed incantesimo, di fascinazione, di gioco, di splendida visionarietà che anima l’intero Giardino.
Le strade che si dipartono dalla piazza percorrono itinerari diversi che seguono le sinuosità del terreno, salendo o scendendo lungo il costone. Anche le strade giocano nell’opera un ruolo fondamentale: sul cemento che le ricopre, infatti, Niki de Saint Phalle ha inciso indelebilmente appunti di pensiero, memorie, numeri, citazioni, disegni, messaggi di speranza e di fede, snodando un percorso che, ancora una volta, non è solo fisico, ma soprattutto spirituale.
È un luogo unico il Giardino dei Tarocchi, un posto assolutamente da visitare se sei alla ricerca di un po’ di magia.